COP26: Cos’è e Cosa C’è da Sapere

Tra i temi più dibattuti in ambito ambientale, oltre a quello dell’inquinamento da plastica c’è quello della COP26 che sta generando un certo interesse non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra il pubblico comune. Ma cos’è la COP26 e cosa c’è di importante da sapere al riguardo?
 
L’acronimo COP26 sta per 26ª Conferenza delle Parti: si tratta della conferenza che riunisce tutte le 197 nazioni che hanno firmato la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) istituita nel 1994. L’evento si sarebbe dovuto svolgere nel novembre 2020 a Glasgow in collaborazione con l’Italia, ma con l’emergenza causata dal coronavirus è stata posticipata al novembre 2021, di preciso dall’1 all’11.
 
A preparare il tutto ci saranno tantissimi eventi, tra cui anche il Pre-COP26, ai quali parteciperanno prettamente i giovani della fascia d’età compresa tra i 18 e i 29 anni. Dunque, 400 ragazzi provenienti da tutto il mondo (le 197 Nazioni) si incontreranno dal 28 settembre al 2 ottobre per discutere e decidere quali dovranno essere i nuovi impegni ed obiettivi utili a fronteggiare la problematica del cambiamento climatico. Accordi che verranno poi sottoposti al grande evento, appunto al COP26.
 

Quando È Nata la COP26 E Quali Sono Stati I Traguardi Raggiunti Nel Tempo

Per risalire alla nascita delle COP e sottolineare quali siano stati i traguardi ottenuti durante gli anni, bisogna prima di tutto risalire alla nascita dell’UNFCCC ovvero della Convezione Onu sul Climate Change. Questa, anche conosciuta come “Accordo di Rio”, deve la sua nascita al “Summit per la Terra” tenutosi a Rio De Janeiro nel 1992. L’UNFCCC è dunque il primo trattato ambientale internazionale che si occupa di cambiamento climatico, e la COP è il suo organo decisionale.
 

COP1 (BERLINO) – 1995

Nonostante la decisione di tenere la Conferenza durante i primi giorni di dicembre, questa fu organizzata a cavallo tra la fine di marzo e i primi di aprile. Fu però una delle Conferenze meno impegnative poiché servì semplicemente a definire i ruoli degli organi che ne prendevano parte: “SBSTA”, l’organo incaricato alla gestione degli aspetti più tecnici e scientifici funzionali al negoziato e “SBI”, l’organo che si occupa di controllare che ogni Parte rispetti decisioni ed impegni presi nella Conferenza.
 

COP3 (PROTOCOLLO DI KYOTO) – 1997

Un momento fondamentale nella storia delle COP fu certamente quello della COP3, durante la quale ci fu l’approvazione del “Protocollo di Kyoto” in cui veniva data la massima importanza alla riduzione a livello mondiale di emissioni di gas a effetto serra. Gli Stati Uniti, nonostante avessero firmato l’accordo, decideranno in futuro di non ratificarlo, mentre il Canada di abbandonarlo nel 2018 ad un anno dalla fine.
 

COP13 (BALI) – 2007

Durante tutte le COP dal 1998 al 2006 l’obiettivo principale fu quello di continuare a definire il Protocollo di Kyoto seguendo tre specifiche metodologie: “l’Emissions Trading” (per controllare le emissioni di inquinanti e gas a effetto serra prodotte dall’aviazione a livello internazionale), “il Clean Development Mechanism” (per la realizzazione di progetti che mirano alla riduzione delle emissioni di gas serra nei paesi in via di sviluppo) e la “Joint Implementation” (per aiutare i paesi a soddisfare i loro obblighi in tema di emissioni derivanti dai trattati). L’anno 2007, però, diede un’ulteriore svolta alla storia delle COP: nacque la “Bali Road Map”, un percorso verso un nuovo processo negoziale che doveva mettere le basi per un vero e proprio cambiamento climatico in maniera condivisa. Il “Bali Action Plan”, il piano definitivo firmato alla fine della stessa COP, stabiliva un’accelerazione delle trattative per arrivare entro il 2009 alla definizione di impegni globali.
 

COP14 (POZNAN) – 2008

Durante la COP14 venne istituito il cosiddetto “Fondo di adattamento”, un provvedimento che definiva nuovi meccanismi di supporto per i Paesi in via di sviluppo secondo alcuni principi già delineati del Protocollo di Kyoto, e lo “Strategic Program on Technology Transfer”, un piano strategico per promuovere gli investimenti nel trasferimento di tecnologie compatibili con l’ambiente.
 
Questi non furono gli unici due obiettivi della Conferenza. Infatti, venne anche introdotto il tema del cosiddetto “REDD+”, cioè della riduzione delle emissioni dalla deforestazione e degrado forestale.
 

COP15 (COPENHAGEN) – 2009

La COP15 fu un vero e proprio fallimento, dal momento che il termine massimo per stabilire un accordo mondiale sul clima, datosi stesso dalle Parti entro il 2012, non fu rispettato e anzi fu posticipato al 2015.
 
Inoltre, il documento finale della COP15 stilato da alcuni Paesi come USA, Cina, India, Brasile e Sud Africa introdusse il bisogno di impegnarsi a non superare la soglia dei 2°C per la temperatura globale. Il problema fu che non tutte le Parti della Conferenza firmarono il documento, e questo pertanto risultò non operativo.
 

COP21 (ACCORDO DI PARIGI) – 2015

Dopo anni di Conferenze delle Parti con pochi risultati, la COP21 portò finalmente a una svolta importante. Con l’Accordo di Parigi si riuscì ad arrivare ad un vero e proprio patto a livello globale per contrastare i cambiamenti climatici. Questo accordo, tuttavia, pur di far aderire il maggior numero delle Parti (ben 196) perse di autorità essendo non totalmente vincolante e soprattutto basandosi su un principio della responsabilità comune ma differenziata per ognuna delle Parti. L’imprescindibile punto in comune tra queste fu comunque quello di stabilire e mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C, con la promessa di scendere ancor di più.
 

COP23 (BONN) – 2017

L’Alleanza globale per la rinuncia al carbone fu il risultato principale ottenuto dopo un paio d’anni dall’Accordo di Parigi, durante la COP23 a Bonn. L’Italia fu l’apripista di questa alleanza, con l’obiettivo di uscire dal carbone entro il 2025 e dando così il buon esempio alle restanti Parti.  Successivamente aderirono anche Cina e India. con una popolazione che conta più di 1 miliardo di abitanti ciascuna.
 

COP24 (KATOWICE) – 2018

Lo scopo principale della COP24 fu quello di ridefinire e confermare gli impegni presi durante l’Accordo di Parigi. Inoltre, l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) e l’Organizzazione meteorologica mondiale durante la Conferenza pubblicarono dei documenti che rilasciavano delle dichiarazioni molto importanti: sostenevano fermamente che gli obiettivi prefissati durante la COP21 non fossero così “ambiziosi” parlando in termini ambientali, e quindi fu proposto di diminuire le emissioni di CO2 del 45% entro il 2030.