Nel parlare dell’inquinamento causato dalla plastica spesso si menzionano le cosiddette microplastiche. Ma cosa sono le microplastiche di preciso? O meglio, perché sono chiamate così? Scopriamolo insieme in questo articolo: alla fine troverai anche qualche consiglio per eliminarle definitivamente dalla tua vita!
Cosa Sono le Microplastiche?
Per capire cosa sono le microplastiche bisogna partire in modo più generale dalla plastica, un materiale dalla resistenza tale da rendere impossibile la sua completa degradazione nell’ambiente. Infatti, quando i rifiuti di plastica vengono gettati nelle acque degli oceani, oppure lasciati giorni e giorni sui prati dei parchi, rilasciano delle piccolissime particelle di plastica inquinanti, che prendono il nome di microplastiche.
Chiamate così a causa delle loro ridotte dimensioni, le microplastiche possono arrivare anche al di sotto dei 100 nanometri: queste nanoplastiche sono praticamente impercettibili all’occhio umano, e per questo forse ancora più dannose.
Delle loro dimensioni, ciò che spaventa di è il fatto che le microplastiche possono trovarsi ovunque senza essere notate: nell’aria, nell’acqua e addirittura nel cibo che mangiamo. Senza saperlo, dunque, ogni giorno finisci per introdurre una quantità considerevole di plastica nel tuo corpo, che non è assolutamente abituato a smaltirla.
Microplastiche: piccoli frammenti di plastica altamente inquinanti
Ricerca sulle Microplastiche: Alcuni Numeri
Una ricerca sulle microplastiche realizzata per il WWF sostiene che tra il cibo e l’acqua che ingeriamo ogni settimana siano presenti ben 5 grammi di plastica. Detto così potrebbe sembrare un numero irrilevante, ma questa cifra equivale a circa 2000 frammenti di plastica. E se questo numero è la stima di una sola settimana, puoi ben immaginare a quanto ammonti il numero di microplastiche ingerite in un anno intero: almeno 250 grammi di plastica.
Tra l’altro, in America è stata realizzata un’analisi scientifica su 259 bottiglie d’acqua provenienti da 9 Paesi differenti, molte delle quali di marchi molto conosciuti. Ebbene, il risultato è stato a dir poco sorprendente, e non in maniera positiva: 10 particelle di plastica delle dimensioni di 0,10 millimetri in un solo litro d’acqua.
Microplastiche e Acqua
È chiaro a questo punto che, nell’ambito dell’inquinamento da plastica, il legame tra microplastiche e acqua sia tra quelli più urgenti da analizzare. Ad esempio, il solo bere da una bottiglia di plastica porta ad introdurre nel corpo circa 90.000 particelle di plastica ogni anno. Questo accade soprattutto quando il tappo viene svitato dalla bottiglia, gesto che fa cadere nell’acqua minuscoli frammenti di polipropilene che la contaminano. Per di più, se anche pensassimo di eliminare la quantità di plastica presente nel nostro organismo semplicemente eliminando le bottiglie dello stesso materiale, dovremmo fare i conti con un’altra verità: una cifra pari a 4.000 particelle di plastica è stata rinvenuta anche nell’acqua
Microplastiche e acqua: un legame altamente pericoloso
Microplastiche nell’Organismo
Se finora abbiamo parlato solo di microplastiche nell’acqua, cosa dire di quando queste finiscono nel nostro organismo? Nell’ambito di un esperimento ad opera di alcuni volontari dell’università di Vienna e dell’Agenzia per l’ambiente austriaca, tracce di particelle di plastica sono state rilevate all’interno di campioni di feci umane, provenienti sia da acqua che da cibo. Si è riusciti perfino a differenziarne le caratteristiche, riconoscendo anche la tipologia specifica come nel caso del polipropilene o polietilene tereftalato, più comunemente chiamato PET.
Vi è stata inoltre un’analisi più approfondita del fenomeno grazie ad un esame compiuto su otto volontari non vegetariani, di cui sei consumatori di pesce. Questi hanno tenuto un diario alimentare dove specificavano la tipologia di alimento ingerito ed il suo eventuale imballaggio in plastica (considerando anche l’acqua in bottiglia). I ricercatori hanno poi analizzato le loro feci riscontrando la presenza di ben 10 tipologie diverse di microplastiche. I risultati di tali ricerche, quindi, attestano non solo la presenza di microplastiche all’interno del nostro corpo, ma anche il fatto che queste provengano prima di tutto dalla nostra alimentazione. L’acqua e il cibo, infatti, risultano spesso contaminati dal loro packaging in plastica, mentre altre volte è l’alimento stesso ad essere contaminato da microplastiche: è il caso del pesce che vive in acque di per sé inquinate.
Microplastiche e Salute: Danni da Ingestione e Inalazione
Il legame tra presenza nell’organismo di microplastiche e salute ancora non è del tutto chiaro. Come già detto precedentemente, non c’è alcun dubbio sul fatto che il nostro corpo non sia progettato per smaltirle: questo verificherebbe un loro accumulo nel tempo, il che andrebbe ad aumentare anche il loro grado di tossicità. Nel peggiore dei casi, come scritto sulla rivista Science of The Total Environment, questo potrebbe portare anche lesioni infiammatorie, stress ossidativo e cancerogenicità.
C’è da specificare, però, che l’introduzione di plastiche nel nostro corpo non avviene solo tramite ingestione ma può avvenire anche per inalazione o contatto con la pelle.
Secondo l’International Journal of Environmental Research of Public Health, solo le particelle più piccole di 2 micron, cioè milionesimi di metro, una volta ingerite potrebbero effettivamente riuscire a raggiungere il tratto gastrointestinale. Una volta arrivate all’intestino, poi, possono modificare la risposta immunitaria trasmettendo agenti patogeni, o in ogni caso, sostanze chimiche tossiche all’organismo.
L’inalazione di microplastiche presenti nell’aria, invece, potrebbe portare a stress respiratorio, effetti citotossici e infiammatori e malattie autoimmuni. Infine, ricordiamo il contatto con la pelle, quando per esempio si utilizzano cosmetici come creme o scrub, che rappresenta la modalità di contaminazione data maggiormente per scontato. Anche se è difficile che abbia grosse conseguenze sull’organismo, va comunque detto che le particelle di plastica di dimensioni inferiori a 100 nanometri riescono ad attraversare lo strato più superficiale della pelle.
Microplastiche e salute: attenzione agli scrub
Inquinamento da Microplastiche: Quali Sono le Cause?
Ora che sappiamo che le microplastiche arrivano nel corpo umano con varie modalità, dovremmo chiederci anche qual è la loro provenienza. Abbiamo già parlato di come lo svitare la bottiglia rilasci numerosissime particelle nell’acqua che beviamo, ma questo non è l’unico gesto quotidiano che contribuisce all’inquinamento da microplastiche.
Basti pensare che la sola abitudine di lavare i nostri indumenti è causa della diffusione di una gran quantità di particelle di plastica nell’acqua. In particolare, l’acqua del lavaggio di abiti sintetici, nello specifico in tessuto poliestere, rappresenta da sola il 35% del totale delle microplastiche liberate nell’ambiente, e quindi libere introdursi nella nostra catena alimentare, arrivando infine a noi.
Tra l’altro, anche il semplice mettersi alla guida provoca enormi danni all’ambiente in termini di inquinamento da microplastiche: il momento dell’abrasione degli pneumatici corrisponde al 28% della totalità delle fonti di microplastica rilasciate nell’ambiente.
Ad ogni modo, le microplastiche si originano attraverso due modalità differenti: dalla degradazione di grandi pezzi di plastica per effetto di agenti atmosferici (in questo caso si chiamano microplastiche secondarie) o dal rilascio nell’ambiente di plastica avente già dimensione microscopica (microplastiche primarie), ad esempio con il lavaggio di capi sintetici o con l’abrasione degli pneumatici.
Microplastiche: Soluzioni per Eliminarle dalla Nostra Vita
La soluzione più ovvia per cominciare ad eliminare le microplastiche dalla nostra vita è quella di ridurre al minimo indispensabile l’utilizzo della plastica. Ci sono, ad esempio, numerose alternative alla plastica all’acqua in bottiglie di plastica, o al consumo di alimenti conservati in imballaggi di plastica, grazie alle quali possiamo ridurre l’ingestione di microplastiche e, al contempo, prenderci cura dell’ambiente.
> Bere acqua di rubinetto filtrata può essere la scelta più saggia: questo gesto ridurrebbe al minimo l’utilizzo superfluo di bottiglie di plastica, che costituiscono la causa maggiore di inquinamento marino, e ci eviterebbe al contempo di ingerire involontariamente particelle di microplastica che, nel tempo, potrebbero andarsi ad accumulare e risultare tossiche per il nostro organismo.
> Optare per l’acquisto di stoviglie monouso biodegradabili e cibi in confezioni biodegradabili piuttosto che avvolti in imballaggi in plastica è un altro modo di evitare assunzione di microplastiche, salvaguardando l’ambiente allo stesso tempo.
> Si può ridurre la dispersione di microplastiche nell’ambiente evitando di acquistare capi composti da materiali sintetici (poliestere, nylon, acrilico, viscosa, ryon, elastan o acetato): infatti, ogni volta che laviamo indumenti sintetici vengono rilasciate nell’acqua piccolissime particelle di plastica.
Le microsfere di molti prodotti cosmetici (dentifrici o scrub) sono composte da materiali plastici: rinunciare al loro utilizzo, preferendo ad esempio scrub naturali composti da zucchero di canna o sale marino, previene la dispersione di una gran quantità di piccoli pezzi di plastica.
Le microsfere di molti prodotti cosmetici (dentifrici o scrub) sono composte da materiali plastici: rinunciare al loro utilizzo, preferendo ad esempio scrub naturali composti da zucchero di canna o sale marino, previene la dispersione di una gran quantità di piccoli pezzi di plastica.
> Le microsfere di molti prodotti cosmetici (dentifrici o scrub) sono composte da materiali plastici: rinunciare al loro utilizzo, preferendo ad esempio scrub naturali composti da zucchero di canna o sale marino, previene la dispersione di una gran quantità di piccoli pezzi di plastica