La Direttiva sul divieto di plastica monouso entrata in vigore il 3 luglio sembra aver spianato, almeno per l’Europa, la giusta strada in una direzione sempre più green. Intrapreso, dunque, questo piano risolutivo mirato all’abolizione di questo materiale nelle sue declinazioni usa e getta, si è ora alla ricerca di una valida alternativa alla plastica. Vediamo insieme le maggiori soluzioni a cui si è pensato finora per quanto riguarda le bottiglie di plastica.
Le “Ooho Balls” Come Alternativa Alle Bottiglie Di Plastica
L’incremento dell’utilizzo di bottiglie di plastica, che siano fatte per contenere acqua o altre bevande, è senza dubbio una delle cause principali di inquinamento da plastica. Per far fronte alla questione, sul mercato sono state immesse negli ultimi anni tante alternative alla plastica più o meno valide, come le bevande in tetrapak e in lattina, o anche in bottiglie di plastica riciclata.
Tra le tante cose, nel 2014 dalla brillante intuizione di tre studenti di Innovation Design Engineering ha preso vita un’idea davvero originale, quella delle “Ooho Balls”. Si tratta di sferette sia commestibili che biodegradabili al 100%, in grado di contenere ogni tipologia di liquido, dall’acqua agli alcolici, che vengono realizzate utilizzando una sottile membrana gelatinosa ed elastica chiamata “NotPla” (frutto della loro collaborazione con il gruppo di ricerca dell’Imperial College di Londra). Il nome della membrana evoca fin da subito la sua finzione principale: quella di sostituire la plastica, nella speranza di eliminarla definitivamente.
Le Ooho Balls, che sono simili per composizione al tuorlo dell’uovo, presentano numerosissimi vantaggi come, per esempio, la velocità con cui si formano, o il fatto che contribuiscono attivamente alla disacidificazione degli oceani. La loro realizzazione avviene immergendo un cubetto di ghiaccio in una soluzione di alghe brune e cloruro di calcio: tramite il contatto del cubetto di ghiaccio con la soluzione si viene a creare una membrana esterna, la quale, sciogliendosi, rilascia poi la sferetta. Una Ooho Ball può avere diverse dimensioni, ma la sua capacità di liquido consigliata è di circa 250 ml. Inoltre, la sua membrana, essendo edibile, ha la capacità di decomporsi in 4-6 settimane, senza alcun danno all’ambiente, proprio come la buccia di un frutto.
A sperimentare le inedite Ooho Balls sono stati gli atleti di una maratona tenutasi a Londra: lungo il percorso, i maratoneti al posto delle classiche bottigliette hanno trovato bevande energetiche formato sferetta. Un esperimento, questo, che pare sia riuscito molto bene, sia per la praticità (le sfere possono tranquillamente essere ingerite così come sono o addentate velocemente per estrarre il liquido) ma anche e soprattutto per la loro sostenibilità ambientale. Infatti, dato fondamentale e da non sottovalutare è la possibilità che c’è stata di risparmiare le circa 760mila bottigliette di plastica solitamente consumate durante questa manifestazione.
La Bottiglia Commestibile Come Alternativa Alla Plastica
Un altro progetto molto innovativo che nasce sulla scia delle Ooho Balls è quello della bottiglia commestibile. L’idea è di Ari Jònsson, studente trentaduenne dell’Accademia d’Arte di ReykjavIk in Islanda, il quale, rendendosi conto di quanto spreco ci fosse nel continuo utilizzo di bottiglie di plastica, ha ben pensato di realizzare qualcosa che potesse essere utilizzato una sola volta senza lasciar alcuna traccia nociva nell’ambiente.
“Quando ho scoperto che il 50% dei prodotti in plastica viene usato soltanto una volta e poi gettato via, ho sentito il bisogno urgente di trovare un modo per sostituire almeno una parte dell’incredibile quantità di plastica che produciamo, usiamo e gettiamo via ogni giorno”, ha spiegato il giovane islandese durante la presentazione del suo progetto al festival DesignMarch.
Ed ecco quindi l’intuizione: una bottiglia commestibile che si decompone da sola una volta svuotata del suo contenuto, composta al 100% da materiali vegetali ed a-tossici. La commestibilità è data dalla sua realizzazione con l’agar-agar, una polvere che si ottiene dalla lavorazione dell’alga rossa, che viene poi mescolata con l’acqua. La miscela gelatinosa così ottenuta viene riscaldata a fuoco lento, diventando elastica e modellabile, per poi essere versata in appositi stampi a forma di bottiglia e infine riposta nel congelatore: ecco che, solidificandosi, il composto dà vita alle bottiglie commestibili.
L’unico problema è che un contatto prolungato dell’acqua o di un qualsiasi altro liquido con la bottiglia rilascia il particolare sapore dell’alga, che però non fa assolutamente male alla salute. Infatti, da tempo l’alga rossa è utilizzata nella cucina orientale e vegana, in particolare per la realizzazione di dolci.